Sanofi e manuale Roversi: a volte ritornano

Ricordate la vicenda del manuale Roversi offerto da Sanofi Avensis ai neolaureati e consegnato presso gli Ordini dei Medici durante la cerimonia del Giuramento di Ippocrate? Un modo per dare l’imprinting SìGrazie ai giovani medici. Ce ne eravamo occupati nel 2014 sollevando un bel po’ di rumore e ottenendo che alcuni Ordini dei Medici provinciali […]

Ricordate la vicenda del manuale Roversi offerto da Sanofi Avensis ai neolaureati e consegnato presso gli Ordini dei Medici durante la cerimonia del Giuramento di Ippocrate? Un modo per dare l’imprinting SìGrazie ai giovani medici. Ce ne eravamo occupati nel 2014 sollevando un bel po’ di rumore e ottenendo che alcuni Ordini dei Medici provinciali rinunciassero alla consegna e rispedissero il manuale al mittente. Gli effetti delle nostre critiche si sono fatti sentire anche nel 2015 e molti Ordini dei Medici non hanno ripetuto l’iniziativa. Ma altri sì. Riportiamo qui sotto un breve resoconto su quanto successo scritto da Amelia Beltramini.

 

Con la comunicazione n. 30 Prot 4023 spedita il 24 aprile 2015, Luigi Conte, segretario della FNOMCEO, Federazione che riunisce tutti gli ordini dei medici italiani, ricorda agli ordini provinciali che sul sito c’è uno spazio dedicato per scaricare il Manuale Roversi in versione elettronica. Ma, aggiunge: chi avesse esaurito le copie cartacee da destinare a omaggio per i neolaureati di “un testo di rilievo e di utile supporto alla professione” non potrà averne altre a meno che non si stipuli una nuova convenzione con Sanofi. E prima di decidere se stringere un nuovo accordo con la suddetta azienda farmaceutica, aggiunge Conte, la federazione ritiene opportuno conoscere preventivamente quali e quanti sono gli Ordini interessati all’iniziativa.

 

Che cosa hanno risposto gli Ordini provinciali lo sapremo quando nei prossimi giorni sarà reso pubblico il report del consiglio nazionale Fnomceo, pilotato dal nuovo presidente Roberta Chersevani.[1] In attesa di conoscere i risultati del dibattito sul rinnovo sì/rinnovo no della convenzione con Sanofi, cerchiamo di capire in che cosa consiste il Manuale Roversi, che cosa c’entri la Sanofi, e perché nel 2013 l’iniziativa, “pensata al solo e unico intento di promuovere la diffusione delle conoscenze medico-scientifiche e lo sviluppo delle competenze della classe medica, suscitò…polemiche che amareggiarono l’azienda farmaceutica e la stessa Fnomceo”.

 

La prima edizione del Roversi (dal suo estensore Anton Spartaco Roversi, ordinario della Regia Università di Milano) risale al 1940, ma il dibattito odierno ha per oggetto l’XI edizione, pubblicata online il 29 giugno 2011, e da ottobre del 2011 consultabile anche in app da cellulare. Da fine giugno 2011 a oggi sono passati ben 4 anni, quindi: tenuto conto che le conoscenze scientifiche raddoppiano ogni 9 anni, un libro vecchio di 4 è, già a prima vista, più che datato, soprattutto in ambito medico.

 

A febbraio del 2014, quando il manuale era già rimasto due anni e mezzo sul mercato al prezzo di 99 Euro, Sanofi e FNOMCEO si accordarono per questa iniziativa, e agli ordini provinciali giunse l’invito a comunicarela data della riunione di Consiglio Direttivo convocata per l’effettuazione delle suddette nuove iscrizioni e la disponibilità ad ospitare – eventualmente – in quell’occasione un rappresentante della Sanofi che possa illustrare le finalità dell’iniziativa e i contenuti di questo utile compendio di medicina pratica…”.

 

Non tutti gli Ordini provinciali furono entusiasti dell’iniziativa: per alcuni un manuale sponsorizzato da un’azienda farmaceutica poneva dubbi di tipo etico. Due quindi le scuole di pensiero: una, capitanata allora da Roberto Carlo Rossi, presidente dell’Ordine di Milano, che dopo aver inviato al presidente di FNOMCEO una lettera di dissenso, articolava meglio la sua opposizione il 19 febbraio 2014 sulle pagine di Sanità24. L’altra scuola di pensiero, guidata da Antonio Panti, presidente dell’Ordine di Firenze, sempre sulle pagine di Sanità 24 definiva la “polemica” “moralismo all’italiana”, schierandosi a sostegno dell’allora presidente Fnomceo, Amedeo Bianco, per il quale non esiste problema etico visto che “il testo…è privo di qualsiasi inserto promozionale nel rispetto della nostra Deontologia”.

 

Alla fine non saranno molti gli ordini provinciali che si allineeranno con Milano: solo 35. I più, cioè ben 71 Ordini su 106, aderiranno alla posizione di Firenze e accetteranno di buon grado il “dono” tanto da consentire a Conte, già allora segretario di Fnomceo, di definire “sterili” le polemiche, insinuando che forse chi “ha deciso di alzare un polverone mediatico, anziché confrontarsi all’interno della Federazione, lo ha fatto per ottenere un po’ di visibilità”.

 

Oggi la comunicazione 30 di Fnomceo ripropone il problema, e come allora gli ordini provinciali e la federazione si spaccano in due. Dalla parte dell’etica si schiera per primo l’Ordine di Genova con una dura presa di posizione, alla quale aderiscono varie associazioni: dai NoGrazie a Slow Medicine, da Partecipasalute alla fondazione GIMBE, ai tanti medici che sollecitano i loro ordini provinciali ad aderire al fronte del no.

 

Ma esiste veramente un problema di conflitto di interessi nel fatto che un testo sponsorizzato da un’azienda farmaceutica venga consegnato ufficialmente ai neolaureati dallo stesso Ordine che dovrebbe essere il cane da guardia della loro deontologia e del loro aggiornamento? E questo problema interessa in qualche modo i cittadini? Vediamo.

 

In un comunicato stampa ripreso da Salute24 nel pieno delle polemiche dell’anno scorso, Sanofi si dichiara “totalmente estranea rispetto ai contenuti”… e neutrale “con totale neutralità di Sanofi rispetto ai contenuti del Manuale, che sono stati realizzati da professionisti coinvolti sotto la responsabilità dell’editore e del Comitato Scientifico Editoriale”. Ma l’Editore Mercurio non è proprio un editore puro, anzi, come dice nel suo sito “mettiamo il multichannel al servizio delle aziende farmaceutiche … per raggiungere gli obiettivi di business” e infatti ha un portfolio di aziende farmaceutiche di tutto rispetto.

 

Ma la prova del conflitto di interessi non è tanto nella forma quanto nella sostanza. Se anche non ci fossero pubblicità farmaceutiche, che peraltro secondo il presidente dell’Ordine di Ferarra ci sono, c’è di peggio, e non è sfuggito agli esperti della Fondazione Allineare Sanità e Salute. In una mail indirizzata al neo presidente di Fnomceo datata 28 maggio 2015 Alberto Donzelli del direttivo della Fondazione spiega che, per la scarsa disponibilità di tempo, ha concentrato l’attenzione su due soli capitoli dell’XI edizione del Roversi, quelli dell’Ipertensione e del Diabete, “scelti tra le aree cliniche in cui la Casa Farmaceutica sponsor è presente con numerose molecole”. Nel capitolo ipertensione, alla domanda “vi è indicazione al trattamento dell’ipertensione nell’anziano?” il Manuale risponde “sì, sempre”. Posizione ormai superata almeno dal 2013; da allora le linee guida sono assai meno stringenti, e quindi il manuale Roversi che consiglia di trattare sempre gli anziani ipertesi “potrebbe produrre gravi conseguenze in grandi anziani, soprattutto se fragili. Il fatto che Sanofi produca farmaci antipertensivi e aumenti i propri ricavi con intensificazioni di terapie la pone – a prescindere da ogni intenzionalità – in un’oggettiva condizione di conflitto di interessi”. Quanto al diabete “il Manuale sostiene che “un intervento intensivo e multifattoriale di tutti i fattori di rischio cardiovascolare mediante modifiche dello stile di vita e idonea terapia farmacologica deve essere implementato in tutti i pazienti con diabete mellito di tipo2”. Ma anche in questo caso, scrive Alberto Donzelli, “un approccio così aggressivo e l’intensificazione della terapia non sembrano offrire benefici a medio termine rispetto alla mortalità totale e si associano a un significativo aumento di scompenso cardiaco… con il rischio di aumentare significativamente la mortalità”… “Anche in questo caso, il fatto che Sanofi produca farmaci antidiabetici, tra cui varie insuline, e aumenti i propri ricavi con intensificazioni di terapie, la pone in un’oggettiva condizione di conflitto di interessi”.

 

Insomma, se a un primo sguardo i meno sensibili al tema etico potrebbero non aver notato i conflitti di interesse, ad un’analisi più approfondita si dimostra che avevano ragione i secondi: consegnare un volume obsoleto a giovani medici con il rischio di aumentare ulteriormente i già dannosi eccessi di terapia, significa non solo fare un pessimo servizio alla professione medica, ma anche fare un danno ai cittadini italiani pazienti.



[1] La mozione proposta dall’Ordine dei medici di Genova e sostenuta da molte Società e Istituzioni, non è passata: 15 a favore, ma 30 contro. È stata invece approvata la proposta di un piano di formazione sul conflitto di interessi. Ma vista la sensibilità per il tema c’è da domandarsi chi lo terrà.